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Itinerari

Scopri i percorsi, scarica le locandine o l'App : lago Nero, Orto Botanico forestale, Laltrolato del Caposaldo, Torre del Fattucchio, Cappel d'Orlando, Rivoreta, Monte Lancino, Itinerario degli Albinelli, Itinerario del Lago Scaffaiolo, Itinerario della Faggeta, Itinerario dell'Orto di Giovannino.

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Lago Nero

LAGO NERO_OK

Itinerario naturalistico paesaggistico. di media difficoltà, adatto a tutti, percorribile a piedi da primavera ad autunno, in inverno con le ciaspole.

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Itinerario Orto Botanico Forestale

Orto botanico Forestale

Si tratta di un particolare giardino situato a circa 1300 m di quota, . La sua funzione principale è la conservazione della flora caratteristica dell’Appennino Settentrionale attraverso lo studio, il monitoraggio e la divulgazione del valore naturalistico del territorio

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Itinerario Laltrolato del Caposaldo

Laltrolato del Caposaldo

Linea Gotica - la "Terra di Nessuno"

  • Percorso ai bunker della Linea Gostica
  • Mostra di reperti sulla II Guerra Mondiale
  • Monumento alle vittime dell'eccidio di Pianostinatico

Due facili percorsi alla scoperta della Linea Gotica - Viaggio nella Terra di Nessuno, uno di circa1,5 km percorribile a piedi, l'altro di circa 10 km. percorribile sia a piedi che in E-Bike

Locandina - Laltrolato del Caposaldo

 

Itinerario Torre del Fattucchio

fattucchio
  • Dislivello salita m.270 - 
  • Lunghezza a./r. km.8
  • Tempo di percorrenza a.h.1.30/r.h.1.10
  • Tipo di tracciato: mulattiera
  • Attrezzatura: Binocolo, macchina fotografica, scarponcini da montagna,mantellina e borraccia.
  • Punto di partenza: Località "La Peschiera"- Pian degli Ontani;
  • Segnaletica: Segni rosso-gialli
  • Difficoltà: media.

Da Pian degli Ontani lungo il Viale Beatrice si scende in 15 minuti alla Frassa.
Durante questo breve tragitto si incontra a sinistra la "Buca delle Fate", un piccolo anfratto nelle rocce arenacee da dove risale una corrente d'aria a temperatura costante.Attraversato il torrente Sestaione su una piccola passerella pedonale, si imbocca una mulattiera che, con pendenza costante sale a Case Mori, dove è possibile osservare un metato per l'essicazione delle castagne e, sulla sinistra il rudere di un mulino. Quindi al Serinaccio. Da qui un sentiero si inerpica verso Nord raggiungendo con qualche difficoltà, la Torre del Fattucchio: suggestiva torre di arenaria (macigno) alta alcune decine di metri che domina la valle del Sestaione. La leggenda narra che nelle vicinanze della torre fosse stato sepolto un tesoro protetto da gnomi e folletti. Un terribile sortilegio di una fattucchiera (da cui il nome della torre), avrebbe colpito chiunque ne fosse andato alla ricerca.Il nostro itinerario invece, prosegue sulla mulattiera che, con alcuni saliscendi, segue il torrente Sestaione. Lo stacco netto tra la vegetazione di castagno e il faggio è il segnale che si sta raggiungendo la località "Isole e Balluri"dove si osservano ruderi di costruzioni edificate su grandi pietre di arenaria.Dalla sorgente "Polla dell'Isola" (m.970) è possibile vedere verso Nord il crinale di Monte Cardoso; "l'orologio": largo canalone che scende a sinistra della Torre del Fattucchio incidendo i potenti banconi di arenaria, e che durante la giornata è colorato da numerosi giochi di ombre e luci, così da diventare una sorta di meridiana naturale.Infine possiamo ammirare dalla nostra postazione la Torre del Fattucchio. Chi vuole può raggiungerla, prendendo poco prima del ponticello, un sentiero che si stacca a destra della mulattiera e sale ripidamente alla Torre. Durante il percorso non è difficile imbattersi in piccoli branchi di caprioli.

 

Itinerario del Cappel d'Orlando

Cappel d'Orlando
  • Dislivello salita m.70
  • Lunghezza a./r. km.7
  • Tempo di percorrenza a./r. h. 1.30
  • Tipo di tracciato:misto
  • Attrezzatura: Binocolo, macchina fotografica, scarponcini da montagna, mantellina e borraccia.
  • Punto di partenza: Pianosinatico
  • Segnaletica: Rosso-blu
  • Difficoltà: facile.

Da Pianosinatico si raggiungono a piedi "Le Voltate" (m.960).Una stretta strada asfaltata sale in località "Campetti", piccola borgata di case e quindi al "Cioppeto". Lungo il percorso ai bordi della strada non è difficile osservare orchidee e bucaneve.
Da qui si continua a sinistra sulla mulattiera raggiungendo una croce di legno, meta di pellegrinaggi. Nel primo tratto si scende attraversando una piccola abetaia e alcuni ruderi, quindi si risale ad un bivio (riconoscibile dal cippo in pietra serena): a diritto la mulattiera finisce e si trasforma in un sentiero che scende nella Valle del Sestaione raggiungendo Pian degli Ontani. A destra un sentiero di crinale raggiunge Fontana Vaccaia scalando Monte Cardoso, mentre a sinistra uno stretto sentiero corre sul crinale e dopo alcuni saliscendi raggiunge la vetta del Cappel d'Orlando. Lungo il tragitto è possibile osservare un faggio il cui fusto si divide alla base ricongiungendosi prima della chioma; questo albero è chiamato "albero della fortuna". La leggenda narra che chiunque riesca a passare attraverso l'apertura sarà fortunato per tutta la vita.

 

Itinerario di Rivoreta

rivoreta
  • Dislivello di salita: m.300
  • Lunghezza: km.7
  • Tempo di percorrenza: h.1.30
  • Tipo di tracciato: misto
  • Attrezzatura: Binocolo, macchina fotografica, scarponcini da montagna, mantellina e borraccia.
  • Punto di partenza: Rivoreta
  • Segnaletica: Rosso-blu
  • Difficoltà: media.

Dal Museo della Gente dell'Appennino Pistoiese si scende ripercorrendo la strada fino al ponte sul torrente Lima. Prima del ponte si imbocca a destra la stradina (segnali rosso-blu) che attraversa il Rio Botre (ponticello)e raggiunge alcune case. Aggirata a destra l'ultima abitazione si prende la vecchia mulattiera (questa via era un importante collegamento del versante pistoiese con quello modenese fino al 1779, anno dell'apertura della strada Giardini - Ximenes (attuale S.S. n.12 dell'Abetone e del Brennero).

Questa mulattiera univa Cutigliano con Rivoreta, quindi salendo sul versante sinistro dell'Alta Val di Lima senza mai attraversare il torrente, si raggiungeva la Foce delle Verginette, nei pressi dell'attuale passo dell'Abetone e da qui la mulattiera scendeva fino a Fiumalbo.

Da qui raggiungiamo un'ampia strada sterrata di recente costruzione (non ancora completata) che sale ad ampie curve per circa 1,5 km., fino a un bivio. A sinistra si scende alla località "Bicchiere Basso" mentre il nostro itinerario prosegue a destra salendo in direzione del "Bicchiere Alto" e della "Secchia".

Lungo il percorso si possono osservare le piantine di erba viperina e maestose piante di frassino. Il percorso prosegue ancora per un chilometro fino ad incontrare un muro a blocchi di cemento; si piega a destra e, dopo venti metri, ancora a destra imboccando la mulattiera sul crinale del Poggio Romito.

Questa, molto stretta, scende rapidamente a zig-zag fino al guado del Rio Botre, supera un breve tratto esposto e quindi risale dolcemente attraverso un secolare bosco di castagno. Raggiunto il rifugio della Spelonca si scende lungo la comoda strada sterrata alla località "Perabaccioli" e quindi a Rivoreta.

 

Itinerario del Monte Lancino

Itinerario del Monte Lancino
  • Dislivello salita: m.470
  • Lunghezza: km.5
  • Tempo di percorrenza: a./r. h.4
  • Tipo di tracciato: sentiero e strada sterrata
  • Attrezzatura: binocolo, macchina fotografica, scarponcini da montagna, mantellina.
  • Punto di partenza: sbarra metallica della Comunità Montana nei pressi del Podere dei Taufi (m.1231)
  • Difficoltà: media.

Da Cutigliano si prosegue sino al Melo, oltrepassato il paese verso la Doganaccia si sale a sinistra lungo "via del Paradiso". Dopo alcuni tornanti, raggiunta la località Le Roncacce, la strada sterrata continua in falso piano per circa 3 km. Fino alla sbarra metallica della Comunità Montana.
Nei pressi della sbarra il sentiero n.8 CAI (segnali bianco-rossi) si inerpica su boschi di faggio e radure che, nel periodo estivo sono popolate da coloratissime genziane ed orchidee. Il percorso aggira sulla sinistra il poggio dei cristalli, così chiamato in seguito al ritrovamento di alcuni cristalli di quarzo e raggiunge in poco più di mezz'ora la Fonte del Capitano rinomata per la freschezza delle sue acque.
Questa sorgente, posta ad un'altitudine di 1450 m., ha il proprio bacino nelle arenarie del monte Taufi e la sua acqua è caratterizzata da una quantità apprezzabile di minerali. Il nome sembra che derivi da un capitano, non si sa se estense o granducale, che giunto fin qui con il suo esercito trovò la morte per aver bevuto troppa acqua in poco tempo.
Continuiamo a salire lasciandoci alle spalle il bosco di faggio, raggiungendo in breve la radura ai piedi della dorsale appenninica. Salendo silenziosamente sotto-vento, non è difficile scorgere alcune famiglie di marmotte che vivono fra gli ultimi boschi di faggio e le rocce. 
Da qui, in circa quaranta minuti, un sentiero sale a zig-zag e quindi a mezza-costa arriviamo alla foce a sinistra del Monte Lancino. La caratteristica vetta appuntita è frequentemente sorvolata da alcuni rapaci quali il falco e la poiana.

 

Itinerario degli Albinelli

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  • Dislivello salita: m.210
  • Lunghezza: a./r. km.10
  • Tempo di percorrenza: a.h.2 / r.h.2
  • Tipo di tracciato: strada sterrata, mulattiera, sentiero
  • Attrezzatura: binocolo, macchina fotografica, scarponcini da montagna, mantellina.
  • Punto di partenza: Parcheggio nei pressi delle "Cavi"
  • Segnaletica: bianco-rossa
  • Difficoltà: media.

Da Cutigliano si percorre la strada verso il Melo per circa 2 km.; in località le Cavi imbocchiamo la stradina asfaltata a sinistra che percorreremo per circa 400 m.. A questo punto lasciamo la macchina e continuiamo a piedi su una strada sterrata che attraversa i campi. Sullo sfondo il profilo inconfondibile del Libro Aperto. Incontriamo più avanti la località La Rivista, piccola borgata di case; sulla sinistra c'è un vecchio pozzo in pietra con la carrucola arrugginita, testimonianza di un'epoca ormai passata.
Al bivio si prosegue a diritto per Rio Freddo, fra muretti a secco i filare di vecchi ciliegi, fino ad un bosco di castagni secolari. Il percorso sfiora una verginina e scende su una larga strada di smacchio fino al ponte di legno sul fosso di Rio Freddo. Si attraversa, lasciando a destra un'altra verginina in pietra e si piega a destra al bivio della strada che scende al Mulino di Rio Freddo. 
Il nostro itinerario prosegue lungo una mulattiera che arriva scendendo al torrente Lima.
Fiancheggiando il torrente si risale su uno stretto sentiero che prosegue a mezza costa. Si attraversa il Rio Piastroso su uno stretto ponticello di ferro fino ad un ponte di legno sul Rio Secco. Una breve salita e si raggiunge il podere di Roncastellano che rimane a destra, poche decine di metri sopra strada.
Si prosegue fino ad incrociare una strada di smacchio ed a sinistra si scende al Rio dell'Arsiccio (facilmente guadabile), e quindi ai vecchi mulini. Attraversato il Rio Maggiore si prende la mulattiera che sale alle Fontanelle (Case Albinelli) e quindi alla strada asfaltata che si collega in poche centinaia di metri, a Rivoreta.

 

Itinerario del Lago Scaffaiolo

Itinerario del Lago Scaffaiolo
  • Dislivello salita: m.250
  • Lunghezza: a./r. km. 8
  • Tempo di percorrenza: andata h. 1,10 / ritorno 0,50 - Tipo di tracciato: sentiero.
  • Attrezzatura: binocolo, macchina fotografica, scarponcini da montagna, mantellina e borraccia.
  • Punto di partenza: Piazzale del parcheggio della funivia della Doganaccia.
  • Segnaletica: sentiero n.66 e 0-0 CAI bianco-rossa
  • Difficoltà: media.

Per raggiungere la Doganaccia (m.1547), superato il paese di Cutigliano, si prosegue con l'automobile per circa km.14 (oppure con la funivia con partenza dal paese stesso).
Nei pressi del parcheggio una strada sterrata sale per circa 2 chilometri al Passo della Croce Arcana (m.1675) scende nel versante modenese fino a Fanano. Il nostro itinerario invece inizia dalla chiesetta a pochi passi dalla stazione di arrivo della funivia. Si imbocca il sentiero segnato bianco-rosso e, dopo essere passati sotto il ponte della pista da sci, si sale a destra ripidamente (a sinistra il sentiero M.P.T. risale alla Croce Arcana sfiorando il "faggio di Maria" ).
Si incrocia la strada sterrata nei pressi di un fosso, la si attraversa e si prosegue sul sentiero che taglia il versante meridionale di monte Spigolino. Dopo aver raggiunto la sorgente (conviene riempire le borracce) si continua a salire e in breve si raggiunge il sentiero n. 0-0 CAI (sentiero che corre sullo spartiacque tosco-emiliano) nei pressi del Passo della Calanca (m.1737).
Continuando in direzione di levante si raggiunge, in poche decine di minuti, il lago Scaffaiolo (m.1775), uno dei laghetti naturali più suggestivi dell'Appennino Settentrionale.

 

Itinerario della Faggeta

faggeta
  • Dislivello salita: m.250
  • Lunghezza: a./r. km. 15
  • Tempo di percorrenza: andata h. 2,00 / ritorno h. 2,00
  • Tipo di tracciato: strada forestale
  • Difficoltà: facile.
  • Attrezzatura: binocolo, macchina fotografica, scarponcini da montagna, mantellina e borraccia.
  • Punto di partenza: Piazzale di Piandinovello.E' facilmente raggiungibile da Pistoia;deviazione a sinistra in località Ponte Sestaione o da Modena - deviazione a destra dalla S.S. 12 presso Fontana Vaccaia.

Pian di Novello è un importante centro turistico invernale a pochi chilometri da Cutigliano e dall'Abetone. Dal piazzale del parcheggio, sopra il camping, si prende la strada forestale che costeggia la parte terminale della pista da sci denominata "Beatrice" e ci si addentra in una faggeta per un tratto di circa 200 metri fino ad incontrare una sbarra metallica. Una breve salita su tratto asfaltato e dopo circa 3 chilometri si incontra il rifugio Lippi (Lagacciolo) dove è possibile rifornirsi di acqua ad una fresca sorgente e magari sostare.
Il bivio, nei pressi del rifugio, costituisce il punto di ricongiungimento di un itinerario ad anello - pista per lo sci di fondo - che è possibile percorrere in un senso o nell'altro. Proseguendo a sinistra del bivio, dopo un tratto pianeggiante ed uno in discesa, si comincia a salire fino ad un grazioso rifugio di legno (con sorgente).
Alla sinistra del rifugio un sentiero sale rapidamente sul crinale e raggiunge in poche centi­naia di metri la località "Prato Bellincioni" da dove è possibile osservare un panorama sulle vicine montagne della Penna di Lucchio e del Balzo Nero e sulla vallata del torrente Scesta, dove nidifica l'aquila reale .
Dal rifugio di legno il nostro percorso sale per un breve tratto per poi scendere di nuovo al rifugio Lippi.
Questo itinerario si snoda interamente all'interno di un bosco di faggio tra i più belli della Montagna Pistoiese e con i suoi numerosi saliscendi si presenta come uno dei più adatti da percorrere in mountain bike.

 

Itinerario dell'Orto di Giovannino

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La Riserva Naturale Biogenetica, curata e sorvegliata dal Corpo Forestale dello Stato, che ne tutela la biodiversità e l’educazione ambientale, offre un ambiente unico dove trascorrere momenti di relax e svago immersi nello spettacolo di una natura incontaminata. 
Si tratta di una delle più belle foreste della montagna pistoiese, estremamente suggestiva in ogni stagione, accogliente e facilmente percorribile da chiunque attraverso il pianeggiante e agevole stradello forestale Oppure attraverso i vari sentieri sparsi nella faggeta. 
L’ Orto di Giovannino è una zona semipianeggiante all’interno della Riserva. Si racconta che il pastore Giovannino, all’inizio dello scorso secolo, vi coltivasse da maggio a settembre il proprio orto, per poi ripartire per la Maremma dove trascorreva l’interno inverno.
La presenza di questo patrimonio, che andrebbe perso se non fosse mantenuto e conservato ma anche frequentato e tramandato alle nuove generazioni, ha spinto l'Amministrazione Comunale di Cutigliano a farsi sostenitrice della proposta di "Arte nella natura nell’Orto di Giovannino” (mostra di installazioni artistiche realizzate da altrettanti artisti con tema "il gioco") tenutasi dal I° al 6 agosto 2016.
Con l'incrocio fra arte e natura la foresta si arricchisce dei segni della contemporaneità che però ci portano a ricordarne le tradizioni popolari fra canti e fiabe, credenze e riti.
Il Parco artistico all'Orto di Giovannino, nel cuore della Riserva, colpisce per come lascia inalterato il ritmo della natura seguendone l'andamento e scoprendo nuove forme gioiose di interazione con l'uomo.

Si tratta di sette installazioni disseminate al di sopra e di sotto del sentiero, realizzate da altrettanti artisti. Ebbene, tutti loro hanno sfidato il tema del gioco proponendo opere interattive con all'interno delle quali bambini, ragazzi, e perché no adulti, potranno trascorrere momenti di svago, sereni e gioiosi.
Ogni intervento, infatti, presenta esperienze ludico-immaginative diverse, eccole!

In attesa della neve di Dario Longo è una famiglia di grandi pupazzi realizzati con sezioni di tronco d'albero; in vicinanza, altri dischi di legno esortano a "costruire" figure immaginarie che facciano compagnia ai tre solitari i quali, normalmente, esistono soltanto grazie alla neve.

Il teatro di Beatrice di Leonardo Begliomini, è certo un omaggio alla poetessa spontanea Maria Beatrice Bugelli vissuta in questi luoghi nell'ottocento; ma più è un palcoscenico per chiunque voglia "salire alla ribalta" inscenando performances, declamare poesie, inventare sketch oppure, semplicemente intrattenere amici e familiari.

La casa del sole e della luna di Cristina Palando, è uno spazio "domestico" in cui sedersi per immaginare quanto l'astro e il satellite fanno parte delle nostre fantasie, e così raccontare
le proprie storie. Come dedicarsi al gioco delle "scoperte" osservando quanto avviene oltre le aperture praticate nella casetta. Quello l'ho visto prima io! Ora tocca a te scegliere, si potrebbe sentir gridare chi giochi. 

La bilancia armonica di Flavio Pacino è una struttura apparentemente precaria, una sorta di marchingegno "impossibile" il cui telaio sostiene forme immaginarie grazie alle quali è possibile creare equilibri estetici, capaci di rapportarsi con quelli presènti nella natura circostante. Un gioco, quindi, per educare alla bellezza.

Il gioco della Lippa di Silvio Viola, è una sorta di "monumento" a uno dei giochi popolari italiani risalente al XV° sec. e molto praticato dopo il secondo dopoguerra. La mazza e la lippa (cilindro di legno appuntito alle due estremità) sono ingigantite, per eleggerne la priorità rispetto al consimile gioco americano del Baseball. All'interno di un contenitore si possono trovare gli attrezzi reali per dare inizio al gioco. 

Il labirinto alchemico di Simone Azzurrini, un percorso "segnaletico" spiraliforme che conduce a un avvallamento. Ovvero, il luogo in cui la pausa consenta di valutare le capacità fisiche e mentali che ciascuno ha dispiegato per superare gli ostacoli lungo il cammino. Un tragitto a tempo, che può essere considerato come metafora di quello che attende ognuno di noi durante l'esistenza.

Gli alberi parlanti di Andrea Dami, si tratta di una coppia di "alberi cavi" in cui rintanarsi per sperimentare quanto sia possibile dare voce a dei tronchi. Inoltre, nell'interno di uno dei due, l'artista ha predisposto degli "strumenti" sonori che possono consentire di "duettare", come gnomo o folletto, con le invenzioni vocali di chiunque abiti le "tane".

Rileviamo con soddisfazione che l'iniziativa non solo è un vero e proprio progetto culturale di promozione del territorio, ma anche strumento di rafforzamento del senso di appartenenza e di identità sociale della popolazione della Valsestaione chiamata a una partecipazione attiva.

Ultima modifica: lunedì, 12 giugno 2023

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